Storia

Guido Berlucchi

Un uomo che sapeva
guardare oltre

La Fondazione Guido Berlucchi, ente privato e senza fini di lucro, è stata istituita nel 2000 per volontà del suo omonimo fondatore, un gentiluomo della Franciacorta, conosciuto nel mondo intero per l’eccellenza dei suoi vini.
Guido Berlucchi nasce a Brescia il 9 agosto del 1922. Il padre, medico pediatra, avvia il giovane Guido e le due sorelle agli studi superiori. Guido sente anche il richiamo della terra e si dedica alla conduzione della tenuta agricola, attività che gli lascia il tempo per coltivare le passioni che lo accomunano alla borghesia bresciana a cavallo della guerra, come quella per le auto sportive. Negli anni in cui, accanto agli assi del volante – ai Fangio e ai Moss – la Mille Miglia apriva le porte anche a facoltosi appassionati delle quattro ruote, Guido disputò oltre una dozzina di edizioni della “corsa più bella del mondo”, oltre a inanellare numerose partecipazioni alla Coppa delle Alpi.
Altra grande passione di Guido era la musica jazz, che praticava con discreto successo. Durante la seconda guerra mondiale, come tanti altri soldati dell’esercito regio, Guido viene sorpreso dall’8 settembre nel Meridione, in quello che sarebbe diventato il ‘Regno del Sud’. All’arrivo degli americani dà vita a un complessino jazz che accompagna la risalita delle colonne a stelle e strisce lungo la Penisola. Nel complesso c’è anche un cantante dal profilo inconfondibile, Nicola Arigliano, mentre Guido suona il contrabbasso e il pianoforte. Con la tastiera si diletterà tutta la vita, ma a Borgonato rimangono celebri i suoi duetti con l’amico Arturo Benedetti Michelangeli.  Fra tante passioni da bon vivant di Guido Berlucchi, un ruolo non banale spetta alla terra, la “sua” terra di Franciacorta, che egli segue con passione. La sua tenuta ha la caratteristica originale di produrre del pinot, denominato “Pinot del Castello”, che tuttavia dà problemi di “stabilità” e di conservazione. Per questo Guido, che non disdegna la frequentazione dei più schietti ambienti contadini, in una data imprecisata che si colloca a metà degli anni Cinquanta, trovandosi al mercato di Rovato, interpella un mediatore che non esita a indicargli un giovanotto che ha appena concluso i sei anni di studio alla scuola di enologia di Alba: è Franco Ziliani, con la testa piena di idee e progetti.
L’incontro fra Guido Berlucchi e Franco Ziliani (gravido di futuro, non solo per loro ma per le sorti dell’intera Franciacorta) avviene al mercato di un lunedì mattina in un freddissimo inverno che la memoria dei protagonisti colloca nel 1955. Alla prima, sommaria esposizione del problema da risolvere segue un secondo e più approfondito colloquio fra i due nella casa di Borgonato. Ed è lì, visitando i 15-20 ettari di vigneti e le spettacolari cantine seicentesche, controllando i vitigni e assaggiando la rustica produzione del Pinot del Castello, è lì che nella mente di Ziliani scatta qualcosa.

Storia

Vita Docet

DOVE PRENDE TERRENO L’IDEA DELLA FONDAZIONE

Guido segue con interesse e favore anche la crescita di tante altre piccole realtà attorno alla Berlucchi: intuisce, in anticipo sui tempi, che nella sfida globale dell’enologia non basta un singolo marchio, ma interi territori devono sapersi muovere e crescere assieme. È quel che accade alla Franciacorta sull’onda di quel primo, fortuito incontro fra Berlucchi e Ziliani a metà degli anni cinquanta. Mentre l’azienda che porta il suo nome si espande progressivamente e vede l’ingresso di nuove leve, la sorte fissa un appuntamento che non dà scampo nel calendario della sua vita. Lui, che aveva perso nel 1966 la giovane moglie Anna Maria Viotti, strappatagli da una malattia, scopre, sotto le cure del professor Ermanno Ancona di Padova, di essere minato dal cancro. È negli anni di questa battaglia che Guido concepisce l’idea di dar vita a una Fondazione che metta a disposizione della ricerca medica nuove risorse.

La Fondazione

DAI PRIMI PASSI ALLA REALIZZAZIONE

L’approvazione dell’atto costitutivo della Fondazione da parte della Regione Lombardia porta la data del 14 ottobre 2000: è proprio il giorno della morte di Guido Berlucchi. A quell’epoca, però, il fondatore ha già stabilito tutto. Ha indicato anzitutto i membri del primo consiglio d’amministrazione: sono gli amici Francesco Carpani Glisenti (che gli subentra alla presidenza), Giovanni Cavalleri, Ernesto Ferrettini, e i medici Sandro Paterlini e Tommaso Beretta. Sono loro ad indicare il comitato scientifico, presieduto dal professor Ermanno Ancona e formato da esponenti delle Università mediche e Centri di Ricerca di Padova, Genova, Brescia, Poliambulanza e San Raffaele di Milano. Lo statuto (prudente e ottimista al tempo stesso) contempla anche la possibilità che il cancro venga battuto nei prossimi anni, e assegna nuovi ed ulteriori impegni alla Fondazione. La Fondazione viene dotata di un patrimonio iniziale di 100 milioni di Lire. Ma il vero patrimonio della Fondazione Guido Berlucchi Onlus è rappresentato dal 31% del capitale della Guido Berlucchi Spa di Borgonato, oltre ad altri beni, mobili ed immobili. Sono gli utili di quella quota ad alimentare i premi ed i finanziamenti che ogni anno vengono elargiti a progetti di ricerca e a giovani ricercatori.

COMBATTERE GRAZIE ALLA RICERCA

COMBATTERE GRAZIE ALLA RICERCA

Guido non riesce a vedere i primi passi e gli sviluppi della sua nuova creatura: il Consiglio d’Amministrazione si apre in seguito anche ad Ermanno Ancona, Giambattista Bruni Conter, Enrico Gialdini Porro Savoldi, Franco Ziliani, Pia Belli Ferettini, Giuseppe Onofri, Augusto Preti. Vengono assegnati premi e finanziamenti privilegiando filoni di ricerca specifici; arrivano i premi alla carriera a Mandelli, Veronesi, don Verzè; decine di giovani ricercatori si mettono in evidenza; a migliaia contattano il sito internet e diffondono i bandi della Fondazione. Il nome Berlucchi, dall’eccellenza dell’enologia, estende la sua eco nel campo della scienza, della filantropia, dell’impegno civile. Guido Berlucchi, dicevamo, non fa in tempo a vedere tutto questo. Le spoglie oggi riposano nel piccolo cimitero di Borgonato, accanto a quelle dell’amata moglie. Sulla tomba solo il nome e due date: 9 agosto 1922, 14 ottobre 2000. Tutto attorno una grande pace: un filare di cipressi, i vigneti che l’autunno incendia di colori, il passo delle allodole, in lontananza uno scorcio del castello di Borgonato. Sono le cose che Guido Berlucchi amava. Sono i luoghi della sua vita.

Ad oggi la fondazione guido Berlucchi porta avanti il nome e la filosofia di pensiero del suo fondatore, allargando il proprio operato in campi attigui come le cure palliative.

Dal 2000 Fondazione Guido Berlucchi lavora per trovare risposte e soluzioni alle sfide che il cancro pone. Finanziando la ricerca, conducendo politiche e campagne di advocacy e costruendo collaborazioni locali e globali con istituzioni pubbliche e private, imprese, investitori e tramite donazioni dirette. L’orientamento è duplice. Supporta la ricerca oncologica per combattere il cancro e direziona gli sforzi verso la risoluzione dei bisogni delle persone a fine vita.

Il mondo, così come si presenta, è denso di elementi incomprensibili. La conoscenza, vero e proprio motore dell’evoluzione umana, rappresenta l’unica modalità di avanzamento in una realtà che, a tutt’oggi, si cela a noi perché non ancora illuminata. Il sentimento che muove la Fondazione è una direzione inequivocabile verso
UNO SFORZO CONDIVISO E UNIFICANTE IN UNA DEFINIZIONE PIÙ ATTUALE DI SALUTE, NON PIÙ VERTICALE MA ORIZZONTALE. DOVE I RISULTATI DI RICERCA SIANO VISIBILI, UTILI E PROPULSIVI PER IL CONSOLIDAMENTO DELLA DIGNITÀ UMANA IN OGNI SUA ACCEZIONE.

I nostri Asset

MAI ISOLATI.
SEMPRE INSIEME
COLLABORAZIONE
CON ALTRI ISTITUTI

Una società evoluta e cosciente si basa sulla co-partecipazione. La Fondazione Berlucchi crede nella condivisione degli intenti e nel raggiungimento degli obiettivi insieme. Per questo motivo è essenziale coinvolgere istituzioni ed enti al fine di raggiungere risultati che possano avere una ricaduta concreta sulla vita delle persone.

DONAZIONE MACCHINARII

Essenziali nella guerra contro il cancro sono i
macchinari per screening come TAC e risonanza  magnetica. Con la loro donazione la Fondazione cerca di  renderli sempre più accessibili ai pazienti, alleggerendo  i tempi di attesa.

FORMAZIONE RICERCATORI

Centro focale della Fondazione è la conoscenza e la ricerca scientifica e si manifesta nel finanziamento di borse di studio destinate alla ricerca scientifica.
Le iniziative patrocinate sono indirizzate sia su piano nazionale che internazionale.

La conoscenza
come leva umana
Strumenti
per la vita

Organi e statuto

Consiglio di Amministrazione

Presidente: Giambattista Bruni Conter  
Guido Carpani Glisenti
Maria Pia Ferrettini
Nini Ferrari
Enrico Gialdini Porro Savoldi
Alessandro Paterlini
Andrea Pelizzari
Enrico Sartori
Maurizio Tira
Stefano Seccamani Mazzoli

Revisore

Giacomo Togni

Comitato Esecutivo

Giambattista Bruni Conter - Presidente
Andrea Pelizzari
Enrico Gialdini Porro Savoldi

Comitato Tecnico Scientifico

Dott. Andrea Pelizzari - Presidente
Prof.ssa Ornella Parolini – Direttrice
Prof.ssa Manuela Ferracin
Prof.ssa Stefania Mitola
Dott.ssa Paola Perego

Program Manager

Dott.ssa Federica Piccolo